comunicato stampa
Per festeggiare i 30 anni di attività InQuadro, laboratorio artigianale fondato da Giuseppe Leonetti nell’Aprile del 1991, si è messo “in mostra”, destinando parte del suo laboratorio/atelier a spazio per mostre temporanee.
Questa nuova esperienza prende forma dall’idea dell’artigiano di valorizzazione dell’arte e dalla sua personale e continua collaborazione con artisti, anche di calibro internazionale, che negli anni sono stati fonte di incessante e reciproca ispirazione.
Uno dei fiori all’occhiello tra i progetti realizzati dal Leonetti artigiano, e sicuramente grande motivo di soddisfazione professionale, è la produzione delle cornici per le opere dell’artista Luciano Ventrone.
Tra Leonetti e Vetrone, per più di un decennio, si è consolidato un rapporto non solo lavorativo, ma anche umano, che ha portato oggi, anche dopo la morte dell’artista, a continuare questa proficua collaborazione con la Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco, ente nato con lo scopo di divulgare e valorizzare l’opera del pittore.
Per la terza mostra in calendario Galleria InQuadro, in collaborazione con la Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco, presenta in anteprima opere grafiche a tiratura limitata dell’artista.
Le opere, esposte per la prima volta in un evento ad esse completamente dedicato, Luciano Ventrone. Graphics Collection, sono riproduzioni di alcuni dei dipinti ad olio della ricchissima produzione dell’artista. Ideate e prodotte in momenti diversi e con differenti tecniche di stampa, le grafiche ripercorrono alcune delle ultime fasi artistiche di Ventrone.
Nella mostra, realizzata grazie ad una accurata selezione delle opere della collezione di grafiche della Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco, saranno presenti diciotto soggetti, da “Paesaggio”del 1992, apice dei primi studi sulla natura morta, alla più recente raccolta di stampe digitali, tra cui “E vanno verso il mare”, unica opera in cui il soggetto è una marina.
In mostra anche alcune composizioni su pietra “L’uva di Collelongo” e “Le melegrane di Organtino”, nonché “Cesto di Collelongo” del 1994, un omaggio ad un Maestro della pittura moderna, Michelangelo Merisi da Caravaggio.
Così il critico Federico Zeri, che lo definì proprio «il Caravaggio del XX secolo» per il realismo della sua pittura, commenta le nature morte di Luciano Ventrone: «Descritti con lucidità persino esasperata, i suoi vegetali sono definiti da una luce sapientemente violenta, che non è di un sole di agosto, ma piuttosto quella dei teatri di posa dove viene realizzata l’immagine cinematografica.
Le sue nature morte ci vengono proposte come attimi immobili di una vicenda che sta tra un antecedente e un futuro, come istanti, sospesi e incandescenti, di una realtà oggettiva definita, sino ad esserne divorata, da una luce implacabile, quasi siderica, contro fondi scuri di evocazione astrale o lunare da satellite o pianeta.
La pittura di Luciano Ventrone è una continua scoperta ottica, un incessante recupero della realtà oggettiva, che riemerge dopo l’alluvione di forme astratte, cerebrali ligogrifi, di ‘grumi materici’ e di scritture gestuali».
Le opere in mostra saranno esposte con cornici artigianali InQuadro realizzate appositamente per il progetto.
Le cornici abbinate alle grafiche sono ispirate a quelle iconiche dei dipinti ad olio che accompagnano, ormai da quasi un ventennio, i quadri dell’artista.
Luciano Ventrone nasce a Roma nel 1942, frequenta il Liceo Artistico di Roma. Dopo il diploma conseguito nel 1964, si iscrive alla facoltà di Architettura che frequenterà sino al 1968; in quell’anno, decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura. Muore a Collelongo nel 2021.
L’artista ha esposto nei più importanti musei e gallerie internazionali, da Roma a Milano, da Bologna a Montreal, da Londra a Singapore, da New York a Mosca e San Pietroburgo.
Elisa Eutizi
luciano ventrone e le sue nature morte
Federico Zeri – 1989
“Come si potrebbe classificare la pittura di Luciano Ventrone? Le sue radici indubbiamente risiedono nel periodo, ormai sorpassato, dell’iperrealismo stesso; è, infatti, evidente che oggi i suoi lavori siano in grado di superarlo ampiamente e, quindi, di evitarne le insidie. Queste nature morte non sono prese direttamente dalla realtà oggettiva, ma dalla sua riscoperta compiuta attraverso il meccanismo ottico della fotografia. Anche se ne siamo spesso inconsapevoli, la nostra percezione visiva è ormai modificata e condizionata dai prodotti della riproduzione meccanica e dai media; la nostra visione del mondo esterno viene filtrata dalla fotografia, dalla stampa a colori, dal cinema e dalla televisione. Nel lavoro di Ventrone questo filtro non è né abolito né ignorato; al contrario, viene accentuato, ed è d’aiuto per raggiungere una riscoperta della trasparenza, della densità. […]
“Ciò che Ventrone fa, nelle sue nature morte, è di creare una fusione tra antiche credenze e magia tecnologica moderna. Le sue nature morte sono in molti modi discendenti dirette di quelle prodotte dal gruppo di pittura metafisica dei primi anni del XX secolo. Parlano di unità con la natura. L’intensa esperienza della realtà che esse offrono proietta lo spettatore non solo in una diversa dimensione di esperienza fisica, ma in un mondo diverso di sentire. In sostanza, le nature morte di Ventrone sono oggetti per la contemplazione, e offrono il tipo di passaggio verso gli stati contemplativi che prima erano solo di una pertinenza dell’arte religiosa.” […]
Edward Lucie-Smith – 2010
“Ostinato generista, specializzato in nature morte di sonora evidenza, Luciano Ventrone.
Non c’è in Ventrone l’ambizione della qualità degli antichi, ma di un’apparenza che ne rinnovi e ne amplifichi lo stupore. Il rombo cromatico dell’immagine si rifrange contro il compatto silenzio del fondo nero in un’esaltazione che reclama la stupefazione e, in taluni, l’ammirazione. La natura morta diventa un’espressione universale del mondo, con un’eloquenza inaudita che non va confusa né con l’iperrealismo, di cui non possiede lo spirito di deformazione, sotto apparenze fotografiche, né con la pittura di emulazione dell’antico. La materia di Ventrone è impalpabile, trasparente come se fosse illuminata da dietro, più vicina alla diapositiva che alla fotografia, ma con una costante deformazione anamorfica e un’implacabile freddezza che denuncia la provenienza “concettuale” della sua operazione, mascherata, come è nel caso di Carlo Maria Mariani, sotto le apparenze della citazione classica. È dunque, quello di Ventrone, con il grande riscontro di interesse popolare che ha destato una così scoperta ripresa della natura morta, un tipico esempio di “pittura colta”. […]
Vittorio Sgarbi – 1999
Galleria InQuadro è felice ed onorata di presentare la Collezione di Grafiche della Fondazione Luciano Ventrone Miranda Gibilisco.
LUCIANO VENTRONE GRAPHICS COLLECTION
dal 27 Aprile al 3 Maggio 2022 SOLO ONLINE www.galleriainquadro.com
dal 4 al 21 Maggio 2022 DAL VIVO & ONLINE
Galleria InQuadro
Via Alberto Ascari, 255 – 00142 Roma
visite dal Vivo, solo su prenotazione:
WhatsApp 329 6810081
telefono fisso 06 5193433