Nasce a Siracusa nel 1953.
Il suo primo incontro con la fotografia avviene in modo casuale, un’amica d’infanzia le regala una Nikon con la quale inizia a ritrarre la natura. La passione per la fotografia la assorbe in pochi anni così profondamente da indurla a trascorrere tutto il tempo a fotografare, avendo l’ardente desiderio di trovare uno sbocco all’inesauribile creatività che la anima.
I suoi viaggi, percorsi spirituali tra mari, deserti, infinite vallate, culture e mondi sempre nuovi e affascinanti, sono raccolti in oltre 30.000 scatti. I suoi reportage sono testimonianza della grandezza e della bellezza del paesaggio mondiale, dall’America del Sud alla Scozia, dai deserti dell’Africa alle rocce della Turchia, dai paesaggi sconfinati del nord Europa fino a quello Italiano.
Un’instancabile viaggiatrice e ricercatrice dei dettagli dettati dalla natura: Gibilisco dimostra con i suoi lavori tra cielo, terra e acqua, una dimestichezza e una conoscenza degli elementi primari che si ritrovano nell’arte che lei sa ripercorrere con matematica e scientifica ricerca.
Il dettaglio del paesaggio, la bellezza delle forme, il colore e le sue sfumature, il riverbero della luce: impreziosire e sublimare la Natura. Ecco come l’interiorizzazione si compie, togliendo senso al tutto, innalzando il sentimento che l’occhio allenato percepisce ai margini, la verità della visione obliqua, il di-svelamento delle cose che infine appaiono più di quanto sono.
Le sue immagini hanno accompagnato il lavoro di uno dei più grandi artisti del realismo contemporaneo, suo marito Luciano Ventrone, di cui l’artista, come fotografa, ha preparato i set con cui il pittore avrebbe realizzato le sue opere, affiancandolo per cinquanta anni.
Cosa si può dire difronte a tale spettacolo? Nulla !
La Natura si diverte, ci mette difronte alla nostra anima, ce la contorce, ci fa sentire, piccoli e indifesi e allo stesso tempo vivi e forti.
Un profondo senso di gratitudine per avermi permesso di entrare nel suo mondo mi fa trattenere il fiato per non far rumore, non voglio rompere l’incantesimo voglio solo scattare una foto per permettere ad altri, meno fortunati, di ricevere lo stesso dono.
OPERE IN VENDITA
Quando hai un dubbio racconta la realtà
L’opera di Gibilisco potrebbe essere letta nella sua naturale attualità, la scelta dei soggetti muta con la scelta accurata e intelligente di strumenti consoni per riprodurre essi, la visione di un occhio umano educato al bello ed alla ricerca del particolare determinano la differenza tra chi guarda e chi vede.
La storia essendo maestra di vita, col suo ampio ventaglio ci permette di fare accostamenti con artisti del passato che al paesaggio anno rubato l’anima.
Tra il milleseicento e il millesettecento un artista dal nord Europa con sapienti conoscenze all’uso di strumenti ottici, si sposta in Italia e si stabilisce con la famiglia a Roma, e incomincia a dipingere paesaggi e vedute in modo diverso dal solito, usa uno strumento particolare e altamente tecnologico per il tempo, “una lente?”.
Se per questo non sempre le cose che si vedono sono come sembrano perché lo stesso Van Wittel con il suo strumento ne genera l’inganno visivo.
Un artista è un uomo d’azione, sia che crei un opera d’arte, inventi un espediente o trovi la via d’uscita da una situazione complicata Gibilisco dimostra con i suoi lavori tra cielo e terra e tra terra e acqua nelle sue immagini, una dimestichezza e una conoscenza degli elementi primari che si ritrovano in quell’Arte, amante gelosa, che la ricompensa per quell’Opera ben fatta, con matematica e scientifica approvazione.
Pierpaolo Ramotto, 2011